Il nostro ritorno a Tripoli.
Premetto che il viaggio l'ho organizzato io con Hasan Gritli su richiesta dei miei zii e cugini. Dopo oltre 50 anni circa ecco che si presenta l'occasione di ritornare in Libia, occasione data da Hasan Gritli, cara persona rivista alla riunione annuale degli ex Libici che si manifesta in quel di Paderno. Sono molti gli anni a dire il vero, e i cambiamenti che sono avvenuti in quel paese sono moltissimi... è quasi irriconoscibile. La parte vecchia di Tripoli è quasi rimasta come quando noi ci vivevamo, ma la vecchia periferia della città si è decuplicata, quello che era a cinque o sei chilometri dalla città oggi ne è parte integrante, come il collegio dei francescani Casa San Giuseppe, oggi integrato nella città. L'emozione è stata molto forte, rivedere l'ex Piazza Italia, oggi piazza Verde, il lungomare modificato, ma il suo parapetto a balconata rimasto al suo posto ancora ben conservato, quello che mi ha lasciato dentro un senso di angoscia è stato vedere la trasformazione della Cattedrale, forse perché era il simbolo della nostra religione e cultura..., ma quel sentimento che ho provato e durato pochissimo, per la cortesia e l'accoglienza con cui ci hanno ospitato all'interno della stessa... oggi Moschea, ci hanno accolto con cortesia e ne abbiamo visitato l'interno. Hanno fatto uno splendido lavoro gli architetti che hanno progettato le modifiche, la cupola è rimasta con il suo colonnato anche se leggermente modificata. La gente incontrata mi ha sorpreso piacevolmente (le aspettative non erano delle migliori), c'era il dubbio dell'accoglienza... anche se chi ci aveva preceduto in altro viaggio era ritornato entusiasmato dall'accoglienza. Camminando per le strade se si accorgevano che parlavamo italiano si fermavano a chiederci come stavamo, mi è capitato più volte che dato l'intenso traffico, chi era fermo in colonna con il finestrino abbassato, ci salutasse al nostro passaggio in italiano magari sforzato e poco corretto, dimostrando la volontà di comunicarci il loro piacere nel vederci a Tripoli. Ho incontrato anziani che con gli occhi lucidi ricordavano nomi cognomi di loro conoscenti italiani e chiedevano loro notizie in un italiano ancora perfetto. Siamo partiti in un groppo di tredici persone, tutti parenti e una coppia di amici che si è aggregata, abbiamo visitato oltre la Città di Tripoli con il Suk e il Castello con il suo Museo, la Moschea ex Cattedrale e la scuola Roma dove ho frequentato la scuola di avviamento industriale, dove avevo come professoressa la Antinolfi, professoressa di Italiano, Storia e Geografia, di Disegno Tecnico Laboratorio tecnologico e Tecnologia meccanica il professor Angelini, a cui va ed è sempre andato il mio pensiero in tutti questi anni trascorsi, per il suo impegno e passione nell'insegnamento del suo sapere e, a cui devo tutta la base della mia vita di lavoro; dato che ero molto bravo in disegno ornato ,chiese al direttore del collegio l'allora Vicario Padre Umile Oldani, se mi lasciava una volta alla settimana nel pomeriggio frequentare il suo laboratorio di Argenteria che si trovava nel Suk, dove avrei appreso di incisione, e così fu. Ricordo il professor Drago che era il mio professore di Meccanica, e il professor Arena di Falegnameria, di Arabo avevo il professor Taleb. Molti ricordi, come tutti voi, e per la forza di quei ricordi sono ritornato in quei luoghi che hanno visto la mia giovinezza, si perché io in Libia non ci sono nato... ci sono arrivato all'età di dieci anni finita la quinta elementare, e ci sono rimasto per quasi cinque anni. Vivevo fra collegio e campagna, perché i miei nonni avevano due poderi subito dopo la guerra, uno vicino ad Oliveti, e l'altro vicino Zavia, sulla statale prima di entrare nel paese, di fronte a quello di Habib. Così abbiamo destinato dei giorni per effettuare delle escursioni in quei luoghi vissuti e mai dimenticati... anche le persone che lavoravano presso i miei nonni abbiamo cercato, ma purtroppo gli anziani siamo venuti a sapere che sono deceduti, rimane Mussade, ma ci hanno detto che è paraplegica. Dei vari figli dei vari nostri lavoranti, non siamo riusciti a contattare nessuno... il tempo è troppo poco, bisognerebbe ritornare. I poderi sono enormemente cambiati, le abitazioni, almeno quelle di mio nonno, sono quasi cancellate, ne rimane una piccolissima testimonianza, intorno costruzioni nuove dei locali, della campagna rimane una parvenza di quello splendido giardino verde che era una volta. Le persone che abbiamo in quei luoghi incontrato ci hanno accolto come degli amici che dopo una lunga assenza fossero ritornati, con non poca commozione da parte loro e nostra (occhi lucidi di lacrime). I giorni non sono molti, e dobbiamo andare a Sabratha e Leptis Magna, fare un salto anche a Garihan, perché come potete immaginare, molti del gruppo sono nati il Libia, ma non hanno mai visto quei luoghi perché vivevano in campagna, e qualcuno era piccolino, pertanto era doveroso andarci, anche se io quei posti li conoscevo già avendo vissuto in collegio, ci portavano quasi ogni anno in gita. Ho cercato di mettere nel sito le giornate come sono state da noi vissute, giorno per giorno in ordine di data, le foto... sono state inserite secondo la sequenza di scatto, pertanto lungo il tragitto effettuato quel giorno. Spero vi siano di conforto se in quei luoghi non potete ritornarci... rivederli come sono oggi fa sempre piacere a chi quei luoghi li ha vissuti, conservandone un piacevole e malinconico ricordo.